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Torino, la magia è verde

A caccia dei significati nascosti tra le alberate cittadine

Quanti sanno che tra i viali e i giardini della città crescono gli alberi che servono alle streghe per costruire le loro scope volanti, dai quali si ricavano paletti per annientare vampiri o corde così forti da poter addirittura legare il diavolo?
Si tratta di storie e leggende, sia chiaro, antiche o talvolta antichissime: tali preò da dare una specifica fisionomia a quelli che altrimenti, per chi s’intende poco di botanica, rischiano di diventare “alberi” generici, poco differenti tra loro.
Consideriamo per esempio il frassino , che troviamo nei corsi Castelfidardo, Gabetti, Mediterraneo e Regio Parco. Non solo si tratta dell’”albero cosmico” nella mitologia scandinava: si credeva che un paletto ben appuntito di frassino fosse l’unica arma capace di relegare definitivamente nell’oltretomba un vampiro, a patto di centrarlo al cuore.

Torino, la magia è verde
La ginkgo dalle foglie dorate dovrebbe tener lontani gli incendi

La gingko è una pianta spettacolare, che troviamo in molti giardini e lungo il Po all’altezza del Valentino: d’autunno, prima di cadere, le sue foglie palmate diventano color giallo oro.
E’ una pianta che non cresce spontaneamente in nessuna parte del mondo. Probabilmente si sarebbe già estinta se i monaci buddisti da secoli non la coltivassero nei pressi dei loro monasteri, considerandola sacra e capace di tenere lontano il fuoco degli incendi.
I tigli a Torino sono oltre 10 mila e, per numero, sono superati solo dai platani. Sono il simbolo dell’amore coniugale: dalla loro corteccia si ricavano fibre usate anche per la produzione di corde che, in passato, si credeva fossero così forti da poter legare persino il diavolo.
Dal diavolo alle streghe: si credeva che con i rami di betulla (presente in molti giardini, in via Ventimiglia o in corso Verona) le streghe preparassero le scope con cui volare ai sabba. Nel medioevo, invece, la betulla era considerata simbolo di saggezza, tanto che la bacchetta dei maestri di scuola era fatta con alcuni suoi rami intrecciati.

Torino, la magia è verde
Si pensava che le corde fatte con la corteccia di tiglio potessero legare persino il diavolo

Il platano è protagonista a Torino di viali monumentali, quali corso Vittorio Emanuele o corso Regina Margherita. Romani e Greci credevano che questa pianta tenesse lontani i pipistrelli, considerali animali di malaugurio. Inoltre erano convinti che i capolini dei loro fiori, frammentati nel vino, costituissero un efficace antidoto contro il veleno di scorpioni e serpenti.
Si pensava fosse efficace contro i pipistrelli anche l’acero , spettacolare soprattutto d’autunno e presente in molti giardini torinesi: sue fronde venivano poste a “presidio” di porte e finestre, nell’infondato timore che i piccoli mammiferi alati potessero penetrare nelle case e succhiare il sangue dei bambini.

Torino, la magia è verde
I fiori del platano erano usati contro il veleno dei serpenti

L’ olmo è un altro protagonista delle alberate torinesi (corsi Trapani, Tazzoli, Dante). Nel medioevo era, insieme alla quercia, l’albero sotto il quale veniva amministrata la giustizia. I “giudici sotto l’olmo”erano i giudici itineranti, che sedevano a giudizio sotto l’olmo piantato a questo scopo nei pressi dei castelli.
Il pioppo nero, o pioppo cipressino, ha un legame particolare con la città. Quando il giovane Fetonte si schiantò a terra col carro solare, nel luogo dove sarebbe poi sorta Torino, fu pianto dalle sue sorelle, le Eliadi. Il loro dolore era così disperato che furono trasformate nei pioppi neri, ancora oggi simbolo di lutto.