Matthew White è un bibliotecario americano con la passione per le statistiche. In un volume, ha raccolto e raccontato i cento più grandi orrori nella storia umana. Il testo è anche stato tradotto in italiano, dall'editore Ponte alle Grazie: si intitola Il libro nero dell'umanità. La cronaca e i numeri delle cento peggiori atrocità della storia .
L'autore parte dalla seconda guerra persiana (480-479 a. C.: 300 mila morti) e arriva alla seconda guerra del Congo (1998-2002: 3,8 milioni di morti).
E' da segnalare come nelle guerre la maggior parte delle vittime siano civili . Lo dicono i numeri: del quasi mezzo miliardo di esseri umani uccisi nei cento massacri più rilevanti, 315 milioni dipendono dalle guerre, che assommano 49 milioni di soldati uccisi contro i 266 milioni di civili. La media dei civili morti durante le guerre è dell'85 per cento.
In una sezione del libro, White concentra la sua attenzione sulle battaglie , di terra e di mare, e propone il conteggio dei caduti (sul quale, specie per le battaglie del passato, spesso le cifre delle perdite divergono talvolta in modo significativo, a seconda delle varie fonti).
Al primo posto ci sono due battaglie, ognuna con 30.000 caduti: una di esse fu combattuta in Italia. Sono le battaglie di Marignano (detta anche "la battaglia dei giganti", tra svizzeri e lega franco veneta, 1515), e di Konotop (guerra russo-polacca, 1659).
Al terzo posto c'è la battaglia di Lipsia , la prima tra quelle che rientrano nelle guerre napoleoniche : detta "battaglia delle nazioni", fu combattuta nel 1813 tra francesi, russi, prussiani e austriaci, costò la vita di 22.500 soldati.
Poi viene la battaglia di Slankamen (1691), combattuta durante la quinta guerra austro-turca: secondo White i caduti furono 20.000 (altre fonti danno cifre superiori).
C'è da notare come non sempre le battaglie più sanguinose siano anche quelle più studiate sui libri scolastici: ne è prova quella di Sis (1606, turchi contro persiani), con 20.000 morti.
Tutti invece hanno sentito parlare della tragica battaglia di Borodino (1812), che vide la vittoria di Napoleone e lasciò sul terreno 18.500 morti.
Nei primi dieci posti dell'elenco di battaglie più sanguinose a partire dal XVI secolo, White inserisce ben quattro scontri combattuti da Napoleone: gli altri sono Waterloo (7° posto, 1815, 15.750 morti) e Wagram (10° posto, 1809, 12.800 morti). Se si estende l'elenco ai primi 13 posti, le battaglie più sanguinose in cui combattè Napoleone diventano sette (le altre sono quelle di Dresda, Essling e Beresina). Nei primi venti posti, le battaglie napoleoniche sono dieci.
A completare l'elenco delle prime dieci posizioni mancano ancora le battaglie di Klushino (8°, 1610, 15.000 morti, guerra russo-polacca) e di Senef (9°, 1674, 13.000 morti, guerra franco-olandese).
Anche la Guerra civile americana fu particolarmente cruenta: tuttavia White colloca "solo" al 23° posto la battaglia di Gettysburg (1863, 7058 morti), seguita da quella di Antietam (24°, 1863, 6300 morti).
Scorrendo l'elenco dello storico statunitense, da segnalare al 30° posto la battaglia di Isandlwana (1879, 4329 morti), nella guerra anglo-zulu: fu la peggiore sconfitta riportata dai britannici contro un nemico tecnologicamente inferiore.
Nelle battaglie navali, al primo posto c'è quella di Lepanto (1571, 38.000 morti), seguita da Trafalgar (1805. 14.000 morti) e la battaglia dei quattro giorni (Guerra anglo-olandese, 1666, 7250 morti).