Collegato al Natale c'è un evento tragico e terribile, di cui non si parla quasi mai: è la strage degli Innocenti . Sembra una sorta di contrapposizione: da un lato Gesù che nasce, dall'altro una terribile uccisione di bambini.
L'evangelista Matteo , nel secondo capitolo del suo Vangelo , è l'unico a descrivere l'avvenimento.
Il re Erode aveva saputo della nascita del re dei Giudei : interpellò i Magi per sapere dove fosse. «Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo"» (Mt 2, 7-8).
Ma i Magi vengono miracolosamente messi in guardia: «Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2, 12).
Il re va su tutte le furie: «Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi» (Mt 2, 16-17).
Gesù, tuttavia, era già in salvo: «Essi (i Magi, ndr) erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo"» (Mt 2, 13).
La strage degli Innocenti avvenne per davvero? Oltre al Vangelo di Matteo non ci sono altre fonti: soprattutto non ne parla Flavio Giuseppe , lo storiografo ebraico ostile a Erode e principale fonte non evangelica sul periodo. Il fatto che non se ne parli, tuttavia, non vuol dire che l'evento non si sia verificato. Betlemme era all'epoca un piccolo borgo: ci sono degli storici moderni che hanno provato a quantificare l'entità della "strage", attestandola intorno a una ventina di piccole vittime.
In ogni caso, nel tempo la strage degli Innocenti colpì la fantasia di numerosi artisti , che variamente hanno disposto i protagonisti dell'evento: i bambini, i soldati, le madri e re Erode.
Secondo Giotto , la strage è simbolo della contrapposizione tra la ferocia del potere politico e la tenerezza degli affetti delle madri.
Nella tela di Rubens i palazzi imponenti che cingono la scena richiamano la presenza del potere che ha ordinato la strage. A poco servono, per alleviare il dramma, le immagini celestiali degli angeli pronti ad offrire alle vittime la palma del martirio.
Pieter Bruegel il Vecchio , invece, ambienta la scena si svolge nel paesaggio invernale di un villaggio fiammingo, con gli aguzzini che giungono a cavallo e, come in un saccheggio, perlustrano le case una a una. E' possibile che l'artista avesse in mente gli orrori commessi contro la popolazione inerme dai soldati, al comando del Duca d'Alba , che il cattolicissimo re spagnolo Filippo II aveva scatenato contro la nobiltà calvinista che reclamava l'autonomia dei Paesi Bassi. Qualcuno, anzi, ha creduto di riconoscere nel barbuto comandante che appare nel quadro alla guida di uno squadrone di cavalieri il ritratto del terribile Duca, soprannominato "il macellaio delle Fiandre".
La Chiesa Cattolica venera i bambini uccisi nella strage come martiri, con il nome di Santi Innocenti , fissandone la memoria liturgica al 28 dicembre. Per la collocazione della ricorrenza alla fine dell'anno il proverbio afferma che "Per i Santi Innocentini sono finite le feste e i quattrini".