Curiosità matematiche osservando la mappa della città
Pensare a Torino come a un libro di geometria? L’approccio potrebbe essere un po’ ardito, tuttavia con un po’ di fantasia gli spunti non mancano.
Si dice per esempio sia uno dei vertici dei triangoli della magia, bianca o nera che siano. Per completare le figure, però, occorre uscire dall’Italia, addirittura cambiare continente. Dato che con i triangoli abbiamo iniziato, se ne trovano di notevoli entro la cinta urbana?
La risposta è sicuramente positiva. Un triangolo equilatero è disegnato dai corsi Brescia, Palermo e Regio Parco. Un altro triangolo, quasi retto, lo troviamo tra i corsi Regina Margherita e San Maurizio, col Po come terzo lato. Ma a essere onesti, sulla pianta cittadina di triangoli se ne possono disegnare molti altri. Avere indicato questo, in particolare, ci aiuta a ricordare un altro triangolo notevole: quello disegnato in pianta dalla Casa Scaccabarozzi, che i torinesi preferiscono definire fetta di polenta. All’angolo tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo, è una delle opere minori di Alessandro Antonelli, progettista della vicina Mole Antonelliana la cui base è quadrata. Ma se vogliamo parlare di quadrati possiamo citare il cortile interno di Palazzo Reale o, con un briciolo di approssimazione, il castello al centro dell’omonima piazza. E’ quadrato anche l’isolato delimitato dalle vie Assietta e Vela.
Certo è più semplice parlare di rettangoli , perché c’è maggior scelta. E’ d’obbligo iniziare dal quadrilatero romano, delimitato dalle vie Santa Teresa, della Consolata, XX Settembre e corso Regina Margherita. Però sono rettangolari anche il giardino di Piazza d’Armi, oppure il Cimitero Parco.
Consideriamo ora le vie Curtatone e Cosseria, e i corsi Fiume e Moncalieri: la diagonale di via Casteggio taglia e forma due trapezi rettangoli .
Trovare un ottagono perfetto è un problema: però piazza della Repubblica, o se si preferisce Porta Palazzo, ha la sua regolarità nell’alternanza tra lati lunghi e corti.
Per trovare un cerchio che non sia una rotonda è d’obbligo far riferimento a piazza Carlo Emanuele II, meglio nota come piazza Carlina. In alternativa si potrebbe citare il “rondò della forca”, a cavallo di corso Regina Margherita. Un bel semicerchio è il piazzale Duca d’Aosta, di fronte al Politecnico. Come raffinatezza, inoltre, si potrebbe notare che piazza Savoia ha un cerchio inscritto in un quadrato.
Il reticolato così gradevolmente ortogonale delle vie è ciò che più manca ai torinesi quando espatriano (anche solo di pochi chilometri). Proprio questa impostazione ci consente anche di individuare due parallele: tra le tante possibili abbiamo scelto Corso Vittorio Emanuele e corso Regina Margherita.
A voler essere precisi, le semirette hanno un punto d’origine mentre l’altro estremo va all’infinito: un buon modello potrebbe essere corso Francia, che origina in piazza Statuto e prosegue dritto fino a Rivoli.