Presenze protettrici e misteriose: o è una sola?
Uno si trova in vetta alla fontana di piazza Statuto. L'altro si trovava in cima alla Mole Antonelliana. Il terzo è in cima al Colle della Maddalena, e guarda alla città.
Tre angeli , tre presenze benefiche. Ma sono tre entità differenti, oppure tre diverse interpretazioni della medesima figura?
Gli esperti delle segrete cose, cioè chi si intende di vicende esoteriche, non hanno dubbi: tre volti per una uguale entità. Che sarebbe Tauriel , il genius loci (lo "spirito del posto"), posto a presidiare il nodo energetico su cui sarebbe poi sorta Torino già molto prima che comparissero i primi insediamenti che poi avrebbero dato origine alla città.
Tauriel, peraltro, non sarebbe un angelo di primissima categoria. Secondo la Cabala ebraica e le interpretazioni esoteriche che se ne danno, come tutti gli angeli presenti sulla Terra dovrebbe sottostare agli ordini dell'angelo-capo Sandalphon . Che, a sua volta, prima o poi (quando non si sa) dovrebbe cedere il compito all'arcangelo che per ora si chiama Emmanuel (e dopo non si sa...). Bisogna inoltre specificare che nemmeno Emmanuel è il... capo dei capi, visto che dipende da Metatron che, a sua volta, prende ordini direttamente dal Padreterno.
Chi ama la precisione, peraltro, obietterà che non bastano due ali per fare un angelo. E ha pienamente ragione.
L'"angelo" di piazza Statuto rappresenta in realtà il genio della Scienza : svetta sul Monumento al traforo del Frejus , progettato dal conte Marcello Panissera di Veglio e inaugurato nel 1879. A lato dell'angelo, su un masso, spiccano i cognomi dei tre progettisti del traforo: Germain Sommeiller, Sebastiano Grandis e Severino Grattoni.
Non è un angelo nemmeno quello che fino all'11 agosto 1904 svettava in cima alla Mole Antonelliana . E' piuttosto il genio della città : un... gran bel genio, a dirla tutta: è alto 4 metri e pesa 3 tonnellate.
Ad abbatterlo fu un temporale, ma la caduta fu fermata dal terrazzino sottostante. La statua non subì perciò danni, e oggi è esposta all'interno della Mole. A sostituirla, l'attuale stella a più punte.
C'è poi l' angelo della Maddalena che, per gli evidenti attributi, tanto per cominciare sarebbe una... angela. In realtà la statua del Parco della Rimembranza rappresenta la Vittoria Alata , che alza tra le mani un faro e veglia sui quasi 5000 Caduti torinesi della Grande Guerra , i cui nomi sono scritti su targhette affisse agli alberi dei viali.
La statua in bronzo, una delle più grandi della città, è opera dello scultore torinese Edoardo Rubino . Commissionata dal senatore Giovanni Agnelli , fu realizzata per commemorare il decimo anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra mondiale. E' alta 18,5 metri, ed è collocata su un basamento in pietra che ne aggiunge altri 8. Su di esso una epigrafe dettata dal poeta Gabriele d'Annunzio : «Alla pura memoria all'alto esempio dei mille e mille fratelli combattenti che la vita donarono per accrescere la luce della patria, a propiziar col sacrificio l'avvenire, il durevole bronzo, la rinnovante selva dedicano. Gli operai di ogni opera, dal loro capo Giovanni Agnelli adunati sotto il segno di quella parola breve che nella Genesi fece la luce. Fiat lux: et facta est lux nova. Maggio MCMXV - Maggio MCMXXVIII».