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"Abbiamo rubato la bara del Drake"

"Abbiamo rubato la bara del Drake"

Marzo 2017, succede ancora. Anche, per fortuna, l'intervento delle forze dell'ordine blocca sul nascere il progetto di un gruppo di criminali: rubare dal cimitero la bara di Enzo Ferrari , in modo da poter poi chiedere alla famiglia un riscatto per riavere indietro i resti del mitico Drake della Formula 1 .

Il furto della bara di un personaggio celebre , da restituire a fronte di un riscatto, non è purtroppo una novità.

Rispetto al rapimento di una persona viva, l'impresa malavitosa può fruttare un minor guadagno illecito ma, al tempo stesso, presenta anche minori rischi .

All'inizio del marzo 2017, per esempio, dal cimitero di Loiri, a pochi chilometri da Olbia, è scomparsa la salma di un giovane, figlio di una famiglia facoltosa della zona. Le forze dell'ordine stanno indagando, e una delle ipotesi prese in considerazione è proprio quella dell'estorsione .

A fine gennaio 2011, invece, dal cimitero di Dagnente di Arona, sul lago Maggiore fu trafugata la salma del noto presentatore Mike Bongiorno . La salma fu poi rinvenuta verso la fine dell'anno a Vittuone, un paese a sud di Milano. I rapitori rimasero ignoti, anche se nelle maglie della giustizia incappò una coppia di sprovveduti che, per cercare di recuperare una manciata di banconote, s'era spacciata per gli autori del furto.

La salma del noto presentatore Mike Bongiorno venne trafugata e poi ritrovata
La salma del noto presentatore Mike Bongiorno venne trafugata e poi ritrovata

Risale invece al 2001 il furto della bara di Enrico Cuccia , uno dei più noti banchieri italiani. A metà marzo 2001 due operai piemontesi si introducono nel camposanto di Meina, nel Verbano, e trafugano la bara di Cuccia. All'inizio le indagini si dividono su due filoni: il satanismo (dato che in zona, in precedenza, c'erano stati casi di tombe violate a scopo cerimoniale), oppure la richiesta di riscatto.

La seconda pista prese consistenza quando giunse una lettera con la richiesta di 6 milioni di franchi svizzeri (all'epoca circa 7 miliardi di lire) per la restituzione. Ad avvalorare la richiesta, alcune foto Polaroid con la tomba aperta e la bara.

Dal tentativo di trafugare la bara di Enrico Cuccia venne tratto un film
Dal tentativo di trafugare la bara di Enrico Cuccia venne tratto un film

Grazie a una serie di telefonate per le trattative sul riscatto, gli inquirenti scoprirono che i rapitori avevano base nella bassa val Susa . Uno dei due venne arrestato mentre era in una cabina telefonica a Condove: fece subito il nome del complice, e del luogo dove era nascosto il feretro. I rapitori affermarono d'aver agito perché in condizioni di grave indigenza: entrambi chiesero perdono alla famiglia Cuccia,, che rinunciò a costituirsi parte civile nel processo a loro carico.

Dalla singolare vicenda fu tratto nel 2009 il film L'ultimo crodino , il cui titolo riprende il soprannome di uno dei due rapitori. Diretto da Umberto Spinazzola e interpretato da Enzo Iacchetti e Ricky Tognazzi , racconta la storia di due balordi che, per realizzare il colpo della vita rubano la bara di Cuccia e, pur nella loro totale inesperienza, riescono per qualche giorno a tenere in scacco le forze dell'ordine e addirittura i servizi segreti.

Era invece l'ottobre 1987 quando dalla tomba di famiglia a Ravenna scompare la bara di Serafino Ferruzzi , fondatore dell'azienda omonima. I malviventi chiedono un riscatto di 10 miliardi , ma la famiglia rifiuta di aprire trattative con I ladri. La bara non viene più trovata.

A livello internazionale non mancano esempi di furti di salme . Tra i più clamorosi quello avvenuto nel marzo 1978 (che marzo sia un mese favorevole ai rapitori di bare?): dal cimitero di Corsier-sur-Vevey, in Svizzera, scomparvero i resti di Charlie Chaplin . Fu chiesto un riscatto di 600.000 dollari , ma la salma fu ritrovata due settimane dopo.

Anche le spoglie di Charlie Chaplin vennero sottratte per chiedere un riscatto
Anche le spoglie di Charlie Chaplin vennero sottratte per chiedere un riscatto

Nel giugno 1987 , nel cimitero di Chacarita a Buenos Aires fu profanata la tomba del presidente argentino Juan Domingo Peron . Ignoti amputarono le mani e chiesero un riscatto di 8 milioni di dollari : la vicenda è ancora avvolta nel mistero.