Per quanto possa apparire paradossale, quella della morte è l'unica certezza della vita. Siamo nati, quindi dovremo morire. Prima o poi, si spera poi. Ma nessuno si potrà sottrarre a un appuntamento tanto fatale quanto imprevedibile .
Ma davvero la data della morte non si può conoscere in anticipo ? Facciamo subito piazza pulita da certi siti che si trovano su internet e promettono di effettuare il calcolo a partire da pochissimi dati: valgono giusto come gioco di società, magari un po' macabro , ma sono privi di attendibilità.
Sembra discostarsi dalla massa la app russa Gero Lifespan , sviluppata dal Moscow Institute of Physics and Technology. Si propone di stimare la longevità della persona mettendo in relazione i dati anagrafici, fisici e sportivi con l'aspettativa di vita. I suoi sviluppatori sostengono di poter prevedere la data di decesso dell'utente con un possibile errore di circa 36 giorni in più o in meno.
A proposito della durata della vita ci sono fior di studi statistico-demografici , su cui si reggono per esempio le decisioni dei governi in materia di pensioni oppure le strategie delle compagnie assicurative. Ma sono studi che si reggono su grandi numeri e di conseguenza non si possono applicare al singolo: secondo i dati Istat (2021) in Italia la speranza di vita alla nascita è di 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne, con la tendenza ad allungarsi.
Fatta questa premessa, è interessante narrare la vicenda di Abraham de Moivre , matematico inglese che fu amico di Isaac Newton. Nasce a Vitry-le-François nel 1667, si trasferisce a Parigi per studiare fisica ma poi, dopo l'annullamento dell'editto di Nantes che garantiva libertà di culto ai protestanti, lascia la Francia per l'Inghilterra. Prosegue gli studi in matematica, diventa socio della Royal Society , è amico di Newton e dell'astronomo Edmond Halley.
Mette a punto quella che ancora oggi è nota come formula di de Moivre (una delle basi nell'analisi dei numeri complessi) e scopre, anche se in una forma incompleta, l' approssimazione di Stirling . Approfondisce anche il tema delle probabilità.
Alla fervente attività e alle amicizie illustri non si associa un livello di vita agiato: de Moivre non è povero, ma poco ci manca.
E' già in età avanzata quando si accorge di uno strano fenomeno: ogni giorno dorme 15 minuti di più rispetto a quello che l'ha preceduto. Probabilmente è una forma di letargia , una degenerazione neurologica che predispone al sonno continuo.
Allora lo scienziato avrebbe avanzato un'ipotesi: morirò quando la somma dei minuti in cui dormo in più ogni giorno raggiungerà le ventiquattro ore. In base a calcoli di cui non è rimasta traccia emerge una data, il 27 novembre 1754. E così avviene: muore la sera di quel giorno, nella sua casa londinese. Per correttezza occorre aggiungere che questo aneddoto, anche se molto noto, potrebbe essere apocrifo proprio perché non ci sono documenti che lo confermino.