Che relazione ci può essere tra il Carnevale , la più allegra delle feste, e la Morte? "Nessuna", verrebbe da rispondere d'istinto. Ma si sbaglierebbe: ora scopriremo le ragioni.
La parola "carnevale" deriva dal latino carnem levare , cioè "togliere la carne", perché la successiva Quaresima sarebbe stata all'insegna del digiuno e dell'astinenza.
Proprio perché anticipava un lungo periodo di rigore, il Carnevale acquisì sempre più nel tempo le caratteristiche di occasione in cui le normali regole della convivenza venivano meno, e si faceva spazio la trasgressione.
Come spesso è successo nella storia, anche la festa di ambito cristiano del Carnevale è andata a sovrapporsi a precedenti ricorrenze pagane. Ne sono esempio le feste dionisiache della Grecia antica, oppure i Saturnali dei Romani: occasioni in cui gli obblighi sociali erano temporaneamente interrotti, e il disodine e lo scherzo prendevano il sopravvento sull'ordine e la serietà. I proverbi italiani danno memoria di questo approccio al Carnevale che, nelle sue radici, era tutt'altro che cosa per bambini: A Carnevale ogni scherzo vale, A Carnevale tutti bevono nel boccale (è il momento di esagerare: il boccale col suo manico è molto più grande del normale bicchiere), Meglio far il prosciutto senza sale che con la moglie far Carnevale (non si può preparare il prosciutto senza salarlo: ma festeggiare il Carnevale a casa propria, senza un po' di novità, è peggio ancora) e poi, inevitabile, Carnevale viene e va: oggi ciccia e domani baccalà.
Ai tempi di Greci e Romani, inoltre, si credeva che che in quel periodo dell'anno ci fosse un avvicinamento tra i mondi dei morti e dei vivi. Le anime tornavano, ma non avevano un corpo: di qui la necessità di mascherarsi per dare loro un "corpo provvisorio" e assicurarsene la benevolenza.
Proprio perché percepito come periodo di disordine, il Carnevale doveva terminare in modo formale, con un atto che ristabilisse l'ordine costituito. Di qui la tradizione del , seguito dalla condanna , dalla lettura del testamento e dal funerale , spesso seguito da un falò su cui si brucia un fantoccio che rappresenta simbolicamente il "Re del Carnevale".
Nella tradizione popolare italiana non mancano poi le feste di Carenevale che finiscono... col morto. A essere simbolicamente ucciso può essere il tiranno , oppure un personaggio che rappresenta l'inverno, in modo che presto ceda il passo alla primavera .
Gli esempi possibili sono davvero numerosi. Per esempio l'Egetmann , sfilata di Carnevale tipica dell'Alto Adige. In essa compare il Wilder Mann (l'uomo selvatico), unico personaggio della sfilata a indossare la maschera. E' accompagnato dal cacciatore che, alla fine della sfilata, lo uccide: in questo modo si simboleggia la fine della stagione invernale.
A Massafra (in provincia di Taranto) addirittura si celebra il funerale del Carnevale , la sera del Martedì Grasso. La tradizione popolare è addirittura annunciata da manifesti listati a lutto.
Tra i Carnevali storici italiani un posto d'eccellenza ce l'ha quello di Borgosesia. Tra le sue particolarità ha l'epilogo, che viene festeggiato il mercoledì delle Ceneri , localmente noto come Mercu scuròt . Si inscena un corteo funebre accompagnato dai Cilindrati , così definiti dal cilindro che indossano, che un tempo era tipico di chi seguiva i funerali. Vestono inoltre la fraccanda o vaianna , simile a un frac di taglio ottocentesco, che corredano con un'esuberante gala (cravatta a farfalla) di garza bianca. Prima di assistere al rogo del Peru Magunella , la maschera locale, i "Cilindrati" ne accompagnano il funerale che più volte fa tappa alle... cappelle votive (vale a dire alle osterie) dove brindare al defunto facendosi versare il vino nel cassul, un mestolo di legno che ognuno porta legato al collo.