Di cimiteri strani ne esistono parecchi, in giro per il mondo. Ma pochi possono battere per originalità il New Lucky Restaurant . Siamo nella parte vecchia di Ahmadabad , nello Stato indiano del Gujarat: di fronte alla moschea Sidi Sayeed ha sede The new lucky restaurant.
Quando Krishnan Kutti acquistò il terreno su cui costruire il suo locale, non fu messo al corrente di un dettaglio decisivo: in precedenza l'appezzamento ospitava un cimitero del XVI secolo in cui erano sepolti un mistico di fede Sufi e una dozzina di suoi parenti.
L'uomo non si perse però d'animo. Avrebbe potuto rimuovere le tombe, oppure costruire un pavimento sopra di esse. Decise invece di conservarle : le recintò, le restaurò e, tutt'intorno, costruì il suo ristorante. Decise di mantenere anche un grande albero, che ha il tronco all'interno e la chioma all'esterno.
Ogni mattina le tombe, coperte da teli o colorate in verde per evidenziare la devozione all'Islam, vengono decorate con fiori freschi . Tavoli e sedie sono disposti tra una tomba e l'altra: Kutti è convinto che la presenza delle tombe abbia avuto un influsso positivo sulla sua attività. Ai clienti si chiede di tenere un tono di voce moderato, per non disturbare i morti , e c'è un cameriere pronto a intervenire per richiamare chi eccede nel tono di voce.
A leggere le recensioni su Tripadvisor, il New lucky restaurant è un locale alla buona, molto frequentato da gente del posto, dove bere tè (il chai ) o bibite e assaggiare i maska bun : sono delle pagnottine dolci un po' più spesse rispetto a quelle per gli hamburger, tagliate a metà e spalmate abbondantemente di burro, marmellata o con altri ripieni.
Per gli amanti dell'arte, il New lucky restaurant è anche tappa d'obbligo per vedere un autentico quadro di Maqbool Fida Husain, che si firmava MF Husain , noto anche come il Picasso indiano . Si racconta che quando era in città Husain faceva sempre tappa al New lucky dove, secondo lui, si provava "il senso della vita e della morte".
Per chi fosse di passaggio ad Ahmadabad, un'altra tappa "di ristoro" può essere il Seva Café , dove il tuo conto è già stato pagato dal cliente che ti ha preceduto. Secondo i proprietari, un'oasi di gentilezza può essere un antidoto a questo mondo di odio e violenza. E' il principio del Seva , un termine di origine sanscrita che indica il servizio disinteressato , senza aspettative di ricompensa per chi lo svolge. Al Seva Cafè il pasto è già stato pagato dal cliente precedente: all'insegna dell' economia del dono ci si aspetta che chiunque faccia altrettanto, per non interrompere la catena.