Vivaci polemiche, in queste settimane dell'estate 2020, a proposito degli assembramenti di varia natura che favoriscono la diffusione del Covid-19, la pandemia che ha colpito tutto il mondo. Nel mirino ci sono anche le discoteche dove molti, giovani in prevalenza, si riuniscono per ballare senza osservare le minime precauzioni sanitarie. I dati causa-effetto sono evidenti: in gruppi numerosi, senza le accortezze ormai ben note (mascherina, distanziamento, ecc.), il virus trova terreno fertile per moltiplicarsi.
Questo pericolo grave collegato alla danza fa tornare alla mente un caso che risale a circa cinquecento anni fa .
Era il luglio del 1518. A Strasburgo , al confine con la Germania, una donna iniziò a ballare in strada. Le cronache ne riportano il nome, Troffea . Se il suo fosse restato un caso isolato sarebbe stato probabilmente catalogato come attacco di pazzia oppure un caso di possessione diabolica . Ma al ballo di Troffea si unirono un vicino di casa, poi altre persone. Dopo una settimana erano 100 le persone che ballavano per le strade, e addirittura 400 alla fine di agosto.
All'inizio le autorità cittadine presero sotto gamba il fenomeno, e addirittura lo favorirono, pensando che si trattasse di un evento passeggero . Fecero allestire un palco, e ingaggiati suonatori e maestri di danza per accompagnare l'impegno dei ballerini.
Ma poi si capì che stava accadendo qualcosa di anomalo. Alcuni ballerini iniziarono a morire , per affaticamento o per attacchi di cuore. Altri continuavano a danzare sebbene si fossero fratturati una caviglia. Quando il numero dei morti crebbe in modo preoccupante e il numero dei danzatori iniziò a diminuire le autorità finalmente intervennero. A settembre i superstiti furono accompagnati in un santuario, dove furono curati.
Che cosa era successo? A oggi non c'è una spiegazione condivisa, per un evento che si verificò in un'epoca così lontana. Le fonti storiche sono molto scarse: non si sa, per esempio, quante furono le vittime della piaga del ballo , anche se si pensa che nella fase culminante morisse una quindicina di persone al giorno.
Una prima teoria fu quella dell' avvelenamento collettivo, a causa di cereali contaminati dalla segale cornuta (un fungo parassita dei cereali).
Tuttavia l' ergotismo , cioè l'intossicazione che nel medioevo era conosciuta come fuoco sacro , riduce l'afflusso del sangue alle estremità del corpo: una condizione che non favorisce movimenti coordinati come quelli del ballo.
All'epoca dei fatti qualcuno ipotizzò che l'evento fosse legato a una setta eretica , che fosse una sorta di danza rituale. Una spiegazione smontata dal fatto che molti ballerini affermavano di non voler ballare, e anzi chiedevano aiuto per smettere.
Storici e antropologi pensano perciò che nel 1518 a Strasburgo si verificò un caso di isteria di massa , innescata da una grave carestia. Un evento bizzarro che, tuttavia, in Europa aveva già avuto almeno una decina di precedenti , a partire da un caso che si verificò nel 1020 a Bernburg, in Germania. Tra i tanti, da segnalare anche il caso che avvenne nel 1237 quando un grande gruppo di bambini e ragazzi, senza una ragione apparente, coprì cantando e danzando i circa 20 chilometri tra Erfurt e Arnstadt. E' possibile che l'evento abbia dato origine alla leggenda del pifferaio magico di Hamelin , in cui i bambini della città escono dalle case per seguire il misterioso musicista. Il fenomeno della "piaga del ballo", in ogni caso, terminò verso la metà del XVII secolo.