Simboli e caratteristiche di una pianta funeraria
C’è una pianta che si trova spesso nei cimiteri , oppure nei giardini all’italiana dalle precise geometrie: è il tasso, che i botanici chiamano Taxus baccata .
L’uso nei giardini è collegato alla sua grande versatilità sotto le cesoie del potatore: si presta a formare siepi squadrate e compatte, ma anche architetture vegetali assai più complesse. Ciò basterebbe a farne una pianta adatta al verde dei cimiteri, dove alle piante non è consentito crescere fuori misura.
Ma per giustificare al tasso l’appellativo di albero della morte occorre approfondire l’analisi, a partire dalle caratteristiche botaniche della pianta.
Il tasso è una conifera: cresce molto lentamente e spesso ha forma cespugliosa, anche se può diventare un piccolo albero alto 15-20 metri. E’ molto adatto alle potature e ciò spiega il suo uso nei giardini “all’italiana”, dalle forme geometriche.
La specie è dioica : ha cioè esemplari maschili ed esemplari femminili, che portano i semi avvolti da un involucro carnoso color rosso corallo (l’ arillo). Tutta la pianta a eccezione dell’arillo è velenosa, per la presenza della tassina : non è però consigliabile assaggiare l’arillo per non rischiare di ingoiare il seme, tossico.
Il legno di tasso è adattissimo alla produzione di archi : a questo scopo era già noto nella preistoria.
Era infatti di tasso l’arco della mummia del Similaun, i cui resti riaffiorarono nel 1991 da un ghiacciaio sulle Alpi Venoste. Ed era di tasso il celebre arco lungo, tipico degli eserciti inglesi che, grazie ad esso, vinsero alcune battaglie contro i francesi nella Guerra dei Cent’Anni . Tra esse celebre fu la battaglia di Azincourt, che contribuì a segnare il declino della cavalleria medievale.
"Un arciere non gettava mai via la propria arma, neppure se gli si spezzava in mano – ha scritto il romanziere Bernard Cornwell - L'affidava sempre alle fiamme, in una cerimonia che era una scusa per bere e farsi quattro risate. Era un modo per spedire l'arco all’inferno, dicevano gli arcieri, affinché attendesse laggiù il suo proprietario”.
Si racconta che, durante la Guerra dei Cent’Anni, ogni volta che i francesi catturavano un arciere inglese gli tagliassero l’indice e il medio della mano destra, per impedire loro di usare ancora l’arco. Per questa ragione, soprattutto ad Azincourt, gli arcieri inglesi mostravano ai francesi le dita a “V” in segno di scherno: il gesto, in Gran Bretagna, assunse segno offensivo, come fare le corna o mostrare il dito medio per gli italiani.
La “V” divenne però anche simbolo di vittoria , resa celebre con questo senso dal premier inglese Winston Churchill durante la Seconda Guerra mondiale.