Tra i soggetti che più hanno coinvolto gli artisti di ogni tempo la morte viene certo ai primi posti. E' infatti l'evento che pone la più profonda delle domande, quella cui le religioni tentano da sempre di dare una risposta: che cosa c'è dopo? Che cosa succede, varcata la porta dell'esistenza?
E' questo il motivo per cui sono collegati alla morte molti soggetti religiosi. Nel mondo occidentale il culmine in questo genere di iconografia è collegato alla morte di Cristo in croce , preludio alla sua resurrezione.
Ancor più specifici, nel senso che il Figlio di Dio è ritratto da morto e non mentre sta agonizzando, sono poi i temi della Deposizione dalla Croce (per esempio la magnifica pala d'altare di Rogier van der Weiden, 1733), della Pietà (Michelangelo 1497) e del Lamento sul Cristo morto (Mantegna, 1475).
Ma anche i Santi , martiri in particolare, vengono spesso ritratti in questa chiave: la morte, in questo caso, è solo accennata, ridotta a un dettaglio iconografico (tecnicamente si chiama attributo , spesso rappresenta l'oggetto con cui è stato inflitto il martirio), perché il personaggio viene già rappresentato nella gloria di Dio, in Paradiso.
Un altro filone con cui si rappresenta la morte è quella dei personaggi celebri . Spesso è una sorta di agiografia laica : il defunto è persona che merita di essere ricordata per le sue virtù ma, a differenza del semplice ritratto, viene proposto all'osservatore nel momento culminante, quello dell'ultimo respiro. Sono moltissime le opere che si potrebbero citare come esempio: tra esse La morte di Marat (1793), di Jacques-Louis David; La morte di Giulio Cesare (1806), di Vincenzo Camuccini; La morte di Nelson (1806), di Benjamin West. Per citare inoltre il caso in cui il defunto non è una persona illustre, si può aggiungere la notissima tela Rubens che piange la moglie , di Van Dick.
Un altro filone è quello della denuncia : con Guernica (1937) Pablo Picasso fece conoscere al mondo il dramma della guerra civile spagnola; nel 3 di maggio 1808 (1814) Goya descrive la durissima repressione francese nei confronti degli insorti madrileni.
C'è poi la morte presentata come evento fisico ineluttabile : appartiene a questo filone il celeberrimo dipinto di Rembrandt Lezione di anatomia del dottor Tulp (1632). Una curiosità non molto nota è che anche il morto ha nome e cognome: è Adrian Adrianeszoon, famigerato criminale impiccato ad Amsterdam nel gennaio del 1632. All'epoca i cadaveri dei delinquenti venivano affidati ai medici per i loro studi.
Un ultimo tema tra quelli possibili (ma potrebbero ancora essercene altri) è quello del memento mori (ricordati che devi morire), espresso in una composizione allegorica che allude alla caducità e alla transitorietà dell'esistenza. Un esempio tipico, a questo proposito, è la Natura morta con teschio (1671), di Philippe de Campaigne. I tre elementi alludono tutti alla caducità dell'esistenza umana: il fiore che sta appassendo, la clessidra e il cranio.