A Torino persino l’acqua è magica . Ci si può credere o non credere, è ovvio, ma a proposito dell’elemento liquido e vitale non mancano leggende e credenze collegate alla storia della città.
Si parte addirittura dalle origini di Torino, nata alla confluenza di tre fiumi (il Po, la Dora Riparia e la Stura di Lanzo). Il più importante è il Po : qui avrebbe trovato la morte Fetonte , figlio del dio Apollo e della ninfa Climene. Alla guida del carro solare del padre, l’inesperto ragazzo andò a schiantarsi sulle rive del Po. Va da sé che il posto in cui muore un semidio è ottimo per fondare una città: Torino, per esempio. E così fu.
Resta una curiosità: quale fu il punto preciso in cui si sfracellò il maldestro Fetonte? Si dice sia nel parco del Valentino, dove nel 1898 fu costruita la fontana allegorica detta “dei Dodici Mesi”.
Aver chiamato in causa una fontana non è casuale. A Torino non sono pochi i monumenti di questo genere il cui interesse sarebbe non solo architettonico ma anche paranormale.
Per esempio si dice che l’accesso alla Grotta alchemica che dovrebbe trovarsi sotto piazza Castello potrebbe essere nei pressi della fontana dei Tritoni , all’interno dei Giardini reali . E’ un accesso ovviamente inaccessibile ai non iniziati, anche perché sarebbe guardato a vista dagli elementali . Il loro compito è quello di essere guardiani di porta : vengono infatti posti a protezione di un oggetto o di un passaggio.
Dal momento, però, che dalle sotterranee ed invisibili Grotte Alchemiche arriva una grande Energia, sarebbe comunque possibile assorbirne una piccola parte. Come? Compiendo tre giri intorno alla fontana, con una disposizione d’animo aperta, che metta in grado di assorbire il Potere di cui il posto è pervaso.
Altra fontana, altra storia. All’estremità di piazza Solferino , dove si incontrano via Pietro Micca e via Cernaia, c’è la monumentale fontana Angelica . Questo è certo uno dei più noti, tra i luoghi magici di Torino. Tuttavia occorre una premessa: nonostante il nome, gli angeli non c’entrano.
Paolo Bajnotti era un ministro del Regno sabaudo che, per ricordare la memoria dei genitori Tommaso Bajnotti e Angelica Cugiani (da cui deriva il nome del monumento), dispose un lascito di 150.000 lire affinché si costruisse una fontana.
C’è però chi afferma che il monumento sia un coacervo di simboli legati alla Massoneria . Elencarli tutti chiederebbe troppo spazio. Ci limiteremo perciò all’apertura rettangolare, perfettamente squadrata, che si apre tra le due figure maschili, da cui scaturisce un alto zampillo. Rappresenta la Soglia Sacra , varcata la quale si accede al livello della perfetta Conoscenza. Accorgersi che questa Soglia esista non è da tutti. E tra quanti vi tendono, solo a pochi eletti è dato di oltrepassarla.
Ancora una fontana per concludere il nostro itinerario: si trova in piazza Statuto . L’imponente monumento che si trova al centro della piazza commemora l’apertura del traforo del Frejus, e i tre ingegneri che progettarono l’opera: Sebastiano Grandi, Severino Grattoni e Germano Sommelier.
In vetta al monumento spicca la statua di un angelo: ha una stella in fronte e regge nella destra una penna con la quale, su una roccia sottostante, ha scritto i nomi dei tre ingegneri.
L’angelo rappresenta il Genio alato della scienza : a causa della stella che gli brilla in fronte, però, la sua figura è stata associata a quella del principe degli inferi, Lucifero .
Se il capo dei satanassi svetta in cima alla rocaja (ammasso di sassi), è probabile che da qualche parte si apra la porta per raggiungerlo. E così sembrerebbe essere: all’interno del giardino c’è un tombino particolare che, per chi si intende di esoterismo, il aprirebbe alla porta degli inferi . Per chi lo guarda con occhio più prosaico, invece, è semplicemente l’accesso al nodo centrale delle fognature cittadine.