Per Elvis spaghetti e gelato, per Marilyn gazpacho
Una aragosta per Alessandro Magno, solo una colazione per John Fitzgerald Kennedy: varia di parecchio il menù dell’ultimo pasto dei più noti personaggi della storia.
Su questo curioso argomento si è interrogato Andrew Caldwell , che si è autoproclamato the history chef, lo chef della storia. Ha scritto il libro Their last suppers (le loro ultime cene), una sorta di guida gastronomica all’ultimo pasto di alcuni notissimi protagonisti della storia.
La notte prima di morire, Marilyn Monroe cercò di riallacciare la sua relazione sentimentale con Bob Kennedy: per l’occasione fece preparare un buffet messicano aperto da un piccante gazpacho. Il mattino successivo, era il 5 agosto 1962, venne trovata morta, per un suicidio che ancora oggi è poco convincente.
Si racconta che tra gli amanti illustri di Marilyn ci sia stato anche John Fitzgerald Kennedy , all’epoca senatore. Kennedy venne assassinato a Dallas, il 22 novembre 1963: il suo ultimo posto fu una colazione veloce con pane e marmellata, succo di frutta e caffè.
Fu assassinato anche un altro presidente americano, Abramo Lincoln : la sua ultima cena fu a base di “finta zuppa di tartaruga”, un piatto a base di carne.
Aveva invece gusti più morigerati Adolf Hitler,, che nel bunker della Cancelleria, a Berlino, si cibò di zuppa di verdura e purea di patate.
Il problema di attingere a fonti storiche attendibili è sempre presente, soprattutto trattandosi di un aspetto così particolare da analizzare qual è quello dell’alimentazione.
Caldwell, perciò, in qualche caso avanza ipotesi e, nell’ultimo menù di Alessandro Magno , inserisce anche le “aragoste della Sardegna”.
Anche Elvis Presley ebbe un’ultima cena piuttosto ricca: spaghetti, polpette, biscotti ghiacciati e gelato.
Le cronache riportano inoltre l’ultima cena che fu servita sul ponte più lussuoso del transatlantico Titanic : ostriche alla russa, waldorf pudding, filet mignon lili e insalata d’asparagi con aceto di champagne.
Sul tema dell’”ultima cena” anche altri autori si sono cimentati. Il fotografo Henry Hargreaves , per esempio, ha ricreato e fotografato l’ultimo pasto di condannati a morte di carceri americane. “Un progetto – spiega l’autore – per rappresentare questi prigionieri come persone e non come numeri”.
Tra esse è particolarmente curioso l’ultimo pasto chiesto da Victor Freguer, accusato di rapimento e assassinio. Si sarebbe accontentato di una sola oliva, col seme all’interno, spiegando che sperava che dal suo interno germogliasse un albero di olivo, e di contribuire così alla comparsa di un simbolo di pace.