Che cosa significano le “parole del funerale”?
Succede spesso, nel caso di decesso di una persona cara oppure di un conoscente, che per esprimere la propria partecipazione ci si rifugi in frasi fatte. Magari con l’impressione di pronunciare parole banali, prime di significato.
E’ una impressione che può essere sbagliata, per almeno due buone ragioni. La prima è che, oltre alle parole in sé, conta l’espressione con la quale le si pronuncia. Una carica emotiva che quasi sempre significa più delle parole stesse. Ma la seconda ragione sta proprio nel significato specifico delle parole, che talvolta non tutti comprendono.
Si tratta infatti di analizzare l’ etimologia, di ogni parola, per scoprire significati racchiusi che non sempre emergono.
Consideriamo per esempio le condoglianze: se si risale all’origine latina della parola, si scopre che vuol dire “io mi affliggo insieme a te”.
In questo caso come in molti altri, le radici delle parole sono spesso latine o talvolta greche. Lutto deriva dal latino “lugere”, piangere”: chi è in lutto piange per la scomparsa di una persona cara.
E il funerale? Con le parole collegate (funebre, funereo, funesto) deriva dal latino “funus”, cioè il rito funebre. Come sinonimo colto talvolta si usa esequie: il collegamento è col verbo che significa “andar dietro”, in relazione al corteo che seguiva la salma.
Salma , peraltro, ha un significato curioso: indicava il carico posto su un animale da soma, con allusione al “peso morto” del corpo. La radice è infatti la stessa di “salmeria”: i materiali assortiti (viveri, armi, munizioni, ecc.) che in passato erano trasportati a dorso di mulo al seguito delle truppe.
E cadavere? Il significato è quello di “corpo caduto”, perché s’è lasciato andare, privo di vita.
Prendendo in esame le sepolture, bisogna riconoscere che non sono tutte uguali. In passato a ricevere le persone illustri era una cripta all’interno di un luoco consacrato: la parola indica un luogo coperto, nascosto.
Più sovente si ricorreva all’ inumazione, cioè a sotterrare: la parola vuole infatti dire “nella terra”. La tumulazione richiedeva invece un “tumulo”, cioè un rialzo naturale o artificiale: era l’antenata degli attuali loculi (letteralmente “posticini”). L’alternativa è la cremazione, che deriva da un termine che significa “ardere”.Per concludere, un termine abbastanza uscito di moda: quello di pompe funebri. La parola deriva dal greco, e significa “corteo solenne” (l’aspetto di solennità c’è anche nell’aggettivo “pomposo”). Le “pompe funebri” indicano il funerale solenne, e per traslazione anche chi se ne occupa.