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100 secondi all'Apocalisse

Mancano 100 secondi alla fine del mondo , secondo il Doomsday Clock, l'Orologio dell'Apocalisse . Questa valutazione così terrificante arriva dal Bulletin of the Atomic Scientists , che di anno in anno calcola la probabilità di una catastrofe globale provocata dall'uomo.

Il "bollettino" è stato fondato nel 1945 da Albert Einstein assieme ad altri scienziati dell'Università di Chicago che hanno contribuito a sviluppare le prime armi atomiche nel Progetto Manhattan .

Due anni più tardi ha debuttato il Doomsday Clock: «E' una metafora, un promemoria dei pericoli che dobbiamo affrontare se vogliamo sopravvivere sul pianeta - considera Rachel Bronson , direttrice del Bulletin - Il prossimo anno speriamo, come sempre, di spostare le lancette lontano dalla mezzanotte».

Il drammatico conto alla rovescia è iniziato con la guerra fredda (1947): all'epoca l'orologio segnava mezzanotte meno sette minuti.

La presentazione dell'"Orologio dell'Apocalisse" 2021

Quando l'Unione Sovietica si dotò di un arsenale di armi nucleari (1949) le lancette vennero portate a 3 minuti da mezzanotte. Un ulteriore aggravamento (a meno due minuti) si ebbe con lo sviluppo delle armi termonucleari (1953). Nel corso degli anni, a fronte dell'evoluzione del confronto nucleare fra le superpotenze e la proliferazione degli arsenali nucleari in altri Paesi, l'orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte .

Il momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla fine della Guerra fredda (17 minuti da mezzanotte) per poi tornare ad aggravarsi negli anni successivi, data l'incapacità dei governanti mondiali di arrivare a una moratoria degli armamenti nucleari, e indirizzare su altri fronti le (improduttive) spese militari.

Il vero "nemico" del mondo, quello contro cui tutti si dovrebbero coalizzare, è infatti cambiamento climatico globale : ed è per questa ragione che nel 2020 siamo arrivati a 100 secondi dalla fine.

L'anno del Covid-19 non ha causato cambiamenti: «La letale e spaventosa pandemia funge da storico campanello d'allarme, una vivida illustrazione del fatto che i governi nazionali e le organizzazioni internazionali sono impreparati a gestire le minacce che mettono veramente fine alla civiltà delle armi nucleari e del cambiamento climatico», prosegue Rachel Bronson.

Una vignetta che invita a ridurre l'impiego di combustibili fossili

Per certi versi il 2020 ha "congelato" il mondo: «Il rallentamento economico legato alla pandemia ha temporaneamente ridotto le emissioni di anidride carbonica che causano il riscaldamento globale – ammette Susan Solomon, docente di studi ambientali al MIT - Ma nel prossimo decennio l'uso di combustibili fossili deve diminuire rapidamente se si vogliono evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico. Invece, lo sviluppo e la produzione di combustibili fossili dovrebbero aumentare. Le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera hanno raggiunto un livello record nel 2020, uno dei due anni più caldi mai registrati. I massicci incendi e cicloni tropicali del 2020 sono esempi della grande devastazione che aumenterà solo se i governi non amplificheranno in modo significativo e rapido i loro sforzi per portare essenzialmente a zero le emissioni di gas serra».

Gli sviluppi negativi nei settori nucleare e ambientale, aggiunti a un' informazione che tiene in scarso conto la scienza, potrebbero giustificare un ulteriore avvicinamento dell'orologio alla mezzanotte.

«Tuttavia, in mezzo all'oscurità, vediamo alcuni sviluppi positivi – annotano dal Bulletin - L'elezione di un presidente degli Stati Uniti che riconosce il cambiamento climatico come una minaccia profonda e sostiene la cooperazione internazionale e una politica basata sulla scienza mette il mondo su un una base migliore per affrontare i problemi globali».

La Terra ha un urgente bisogno di un salvagente

La conclusione è dunque all'insegna della speranza : «Continuiamo a credere che gli esseri umani possano gestire i pericoli posti dalla tecnologia anche in tempi di crisi. Ma se l'umanità vuole evitare una catastrofe esistenziale , una che farebbe impallidire qualsiasi cosa abbia ancora visto, i leader nazionali devono fare un lavoro molto migliore per contrastare la disinformazione, prestare attenzione alla scienza e cooperare per ridurre i rischi globali. I cittadini di tutto il mondo possono e devono organizzarsi e richiedere, attraverso pubbliche proteste, con le votazioni e in altri modi creativi, che i loro governi rivedano le loro priorità e cooperino a livello nazionale e internazionale per ridurre il rischio nucleare, il cambiamento climatico e altri disastri globali, pandemie incluse».