In Italia il 93,4% dei funerali viene celebrato con una funzione religiosa (di qualsiasi genere, anche se il rito cattolico continua a essere prevalente): le cerimonie esclusivamente laiche sono una esigua minoranza. È quanto emerge dall'Indagine sulla domanda di servizi funebri in Italia, a cura dell'Istituto Cattaneo e di ORME, l'Osservatorio per la Ricerca sulla Morte e le Esequie.
Il dato è in apparente conflitto con un'altra indicazione che emerge dalla medesima indagine: solo un italiano su cinque va infatti a messa regolarmente. In realtà a motivare le esequie in chiesa , oltre a una fede più o meno viva da parte dei congiunti, c'è anche il timore che l'alternativa sia una totale assenza di cerimonia , di un momento formale di saluto, col feretro che viene direttamente portato al cimitero per la sepoltura oppure al polo crematorio.
La realtà è invece un'altra: c'è la possibilità di una cerimonia laica del commiato. Giubileo , ad esempio, nel complesso della Casa funeraria in corso Bramante dispone di un'ampia sala multimediale del commiato, nel suo genere unica in Europa.
Il dato dei funerali religiosi celebrati nel Nordovest (91,9%) è leggermente inferiore alla media nazionale, così come è inferiore il dato riferito alle città con più di 100.000 abitanti (90,3%).
In questo contesto, tuttavia, i dati che si riferiscono alle case funerarie sono in forte ascesa. In un'indagine del 2018 solo lo 0,8% affermava di aver assistito a una cerimonia in una casa funeraria: ma da allora i riti funebri celebrati nelle funeral home sono cresciuti a un tasso annuo del 53,6%. Inoltre si sta sempre più specializzando la figura del cerimoniere , che coordina e accompagna il rito. E' anche nata un'associazione di categoria, la Federcelebranti , che si definisce "un'aggregazione libera e autonoma di professionisti del settore delle cerimonie laiche, umaniste, simboliche, civili e non solo".
Un aspetto di cui tenere conto, in ogni caso, è che il funerale laico e quello religioso non sono alternativi l'uno all'altro. Il saluto laico, in cui anche i presenti possono prendere la parola per condividere ricordi ed emozioni, può essere complementare rispetto al rito religioso, che ha un cerimoniale proprio e che si fonda sulla certezza che al corpo mortale sia associata un'anima che non muore.