Tutto il mondo sta col fiato sospeso a causa del Coronavirus , l'agente dell' influenza cinese che, dalla Cina, sta iniziando a manifestarsi in altre parti del mondo.
La mente, è inevitabile, va con timore alle grandi epidemie del passato anche se, con gli attuali strumenti forniti dalla medicina, c'è da credere che anche le virulenze più aggressive riusciranno a essere contenute . Ma, nella storia dell'umanità , quali sono state le epidemie che hanno causato il maggior numero di vittime ?
Cercando tra le fonti storiche più antiche, la prima epidemia di una certa consistenza fu la cosiddetta peste di Atene , che colpì la città durante la seconda guerra del Peloponneso (430 a.C.). Sulla causa non c'è però certezza: tra le ipotesi più accreditate ci sono il tifo , la febbre tifoidea oppure una febbre emorragica virale.
Un'altra grande epidemia fu la peste di Giustiniano , che si sviluppò nell'impero bizantino, e a Costantinopoli in particolare, tra il 541 e 542, durante il regno dell'imperatore da cui prese il nome. Le conseguenze furono terribili, anche se non ci sono dati precisi a proposito del numero di morti: secondo gli storici furono tra i 50 e i 100 milioni. Questa pestilenza segnò il crollo della civiltà urbana in ciò che restava dell'impero romano, e di fatto fu la linea di confine tra antichità e medioevo.
Si arriva così al Trecento: tra il 1347 e il 1353 l'Europa fu colpita da una epidemia di peste nera , forse di provenienza cinese. Si ritiene che per quella causa morì circa un terzo della popolazione del continente, intorno ai 20 milioni di persone.
Le conseguenze furono enormi anche in campo sociale , dalla cultura (Giovanni Boccaccio, nel Decameron , racconta le vicende di giovani fiorentini fuggiti dalla città appestata) alla religione (con la nascita di movimenti religiosi e la comparsa di devozioni verso santi che avrebbero potuto intercedere e far cessare l'epidemia).
Per l'Italia fu molto importante anche la peste del 1630, detta anche di manzoniana memoria perché è descritta nei Promessi sposi . Si stima che in Italia settentrionale morirono 1,1 milioni di persone su un totale di 4 milioni. Torino perse 8000 abitanti, il 32% del totale, nonostante gli sforzi eroici dei medici di allora tra cui Giovanni Francesco Fiochetto e del sindaco Gianfrancesco Bellezia , che rimase quasi sempre in città a differenza dalle maggiori figure istituzionali: i Savoia, per esempio, si rifugiarono a Cherasco.
Nel XX secolo l'enorme aumento della popolazione mondiale e lo sviluppo dei mezzi di comunicazione posero le basi per epidemie potenzialmente più distruttive. All'epoca della Prima guerra mondiale imperversò l' influenza spagnola , così battezzata perché le prime notizie su di essa furono riportate da giornali spagnoli. Il picco della malattia fu tra l'ottobre 1818 e il dicembre 2020: in totale, in tutto il mondo, si stimano almeno 50 milioni di morti (ma secondo altre fonti il numero sarebbe da raddoppiare).
Nel 1957 si diffuse l' influenza asiatica : il vaccino fu messo a punto in tempi relativamente brevi, ma i morti furono circa 2 milioni. Nel 1968 arrivò l' influenza di Hong Kong : le stime collocano il numero di morti tra i 750.000 e i 2 milioni.
Infine gli allarmi nel nuovo millennio : nel 2003 per la Sars , acronimo di "Sindrome acuta respiratoria grave", una forma atipica di polmonite, e nel 2009 per l' influenza suina che, tuttavia, ebbe un tasso di mortalità inferiore a un'influenza normale.