Ricostruire il dito di un morto assassinato, in modo da recuperare le impronte digitali e grazie ad esse sbloccare uno smartphone che potrebbe contenere elementi utili per scoprire chi sia il suo omicida: è il tentativo in cui è impegnato un nucleo della polizia degli Stati Uniti, in collaborazione con l’Università del Michigan.
Non è però certo che il tentativo abbia esito positivo: se il telefono non viene sbloccato per più giorni consecutivi usando le impronte digitali è necessario disporre di una password che al momento la polizia non conosce.