In che modo spiegare a un bambino che una persona cara se n’è andata per sempre?
Innanzi tutto occorre premettere che la percezione del lutto varia a seconda delle età. Fino ai tre anni i bambini non colgono la differenza tra vita e morte, anche se percepiscono bene l’atmosfera di sofferenza che un lutto causa in famiglia. Fra i tre e sei anni si inizia a capire che cosa sia la morte, ma non se ne coglie il carattere definitivo. Tra i nove e dodici anni imparano che si può morire ma, quando sono coinvolti in un lutto, tendono a viverlo da soli per non sembrare “piccoli”: per questa ragione hanno bisogno di attenzioni particolari.
Ecco allora dieci consigli per parlare di lutto con i bambini, senza traumatizzarli ma aiutandoli a prendere atto di una delle grandi realtà dell’esistenza.
- Dirlo in modo graduale
Non si può avvisare un bambino, in modo drastico, che il nonno è morto: è un dato di fatto. A seconda dei casi si potrà accennare alle “partenza per un lungo viaggio”, oppure spiegare che ora si trova in Paradiso. - Evitare di piangere in sua presenza
I bambini vengono condizionati dall’ambiente che li circonda. Se è di dolore profondo soffriranno anche loro, e piangeranno magari senza a coglierne in pieno la ragione. - Condividere la sofferenza
La sofferenza, al tempo stesso, non va nascosta del tutto. Per esempio si può parlare della persona che non c’è più, per riconoscere quanto stia mancando a tutti. - Il funerale
Il funerale ha un aspetto rituale che può aiutare il bambino a cogliere la dimensione del lutto. Se si prevede che il clima sarà triste ma segnato dal contegno, anche i bambini potranno partecipare (diverso discorso se si prevedono scene di grande disperazione). - La vita continua
E’ fondamentale che il bambino capisca che la vita continua, e che dunque ci potremo aspettare molti momenti felici. E’ un concetto che si può trasmettere per esempio usando il paragone con la natura: in autunno gli alberi perdono le foglie, ma in primavera ne spuntano di nuove. - L’importanza del ricordo
Un aspetto da sottolineare è che se abbiamo perso la presenza fisica di una persona cara, ne se potrà per sempre conservare il ricordo. Parlare, guardare delle fotografie e poi raccontare a quali avvenimenti si riferiscono sarà certamente un aiuto per arrivare man mano all’accettazione della scomparsa. - “Ammorbidire” la realtà
Un bambino che ha perso per esempio un nonno può domandarsi se nello stesso modo repentino e imprevisto potrà andarsene anche uno dei sui genitori. Bisogna rassicurarlo: se rientra nella realtà della vita che un giorno la mamma e il papà non ci siano più, è altrettanto vero che prima che quel giorno arrivi trascorrerà ancora molto tempo. - Non eludere la verità
Se i bambini domandano bisogna rispondere, non cercare di sottrarsi. E’ ovvio, la risposta dovrà essere adeguata all’età di chi la pone: ma una risposta ci deve essere. La tecnica del rinvio, di “ne parleremo quando sarai più grande” non è consigliabile. - Bambini al cimitero?
Portare o no i bambini al cimitero? La visita alla “casa dei defunti” ha numerose implicazioni e significati: è un modo per giustificare una assenza/presenza del defunto che, a seconda degli orientamenti della famiglia, si può spiegare che stia vivendo in un’altra dimensione, alla quale si associano in ogni caso l’affetto e la memoria di chi lo ha conosciuto. - Elaborazione del lutto
I passaggi fin qui elencati aiutano i bambini nell’elaborazione del lutto. Un cammino che, nel corso della loro esistenza, dovranno percorrere più volte. Un cammino che, in giovane età, è meno disagevole se affiancato da adulti capaci di comprendere e amare.